lo scooter cabrio


L'Adiva (serie AD per la precisione), è davvero uno scooter cabrio, totalmente coperto nel periodo invernale così come scoperto e gradevole durante l'estate.

Le differenze dal precedente modello sono notevolissime, e non tanto dal punto di vista estetico ( rimane la concezione di uno scooter con una struttura vagamente "a uovo" che integri pilota e passeggero in un "ovale" ideale) quanto dal punto di vista strutturale,  meccanico e ciclistico.

Innanzitutto allungando il passo dello chassis si è dato finalmente un comodo alloggiamento al passeggero, che ora risulta seduto come in poltrona, con sufficiente spazio per le gambe ed appoggiato con schiena e braccia all'ampio schienale posteriore costituito dal retrobaule dotato addirittura di cuscino sagomato.

Il pilota non vien piu' infastidito nei movimenti ed inoltre, trovandosi alla sua stessa altezza, il passeggero non riceve aria in faccia (sfrutta anch'egli l'ampio parabrezza) e risente molto poco dei vortici sulla schiena, parati dal baule.

La sella è ben imbottita, larga e massiccia quanto basta e l'appoggiareni che la divide in lunghezza risulta quanto mai efficace per la povera schiena dell'autista.

Sotto la sella (se ne apre solo la metà anteriore), finalmente l'alloggiamento per il secondo casco (jet) e per i documenti.

                                          

Tutta la struttura risulta ben costruita e le plastiche sono di ottima fattura : il frontale presenta un disegno aggressivo e finalmente i due fari "ad insetto" garantiscono un'illuminazione automobilistica in ogni condizione.

Le dimensioni aumentate in lunghezza sono state ritoccate anche in larghezza senza pregiudicare la maneggevolezza, ma creando un abitacolo confortevole e soprattutto ampliando la porzione vetrata a copertura dalle intemperie.

Il parabrezza (di derivazione areonautica come nel precedente modello), è largo e resiste senza problemi al passaggio del tergicristallo a pantografo ora a 2 velocità (e credetemi . . . se ne sentiva la mancanza della seconda velocità !) ed abbinato ai due deflettori laterali (che anche nel modello precedente più che consigliabili erano quasi obbligatori per una protezione completa), lascia davvero le intemperie fuori dal . . plexiglass. 

Il tetto (prima abbastanza striminzito), ora è largo a sufficienza per proteggere le spalle di corporatura anche robusta, ma se volete davvero l'effetto protettivo dell'abitacolo automobilistico, fate come me : aggiungete al tetto anche i due deflettori di fabbrica . .  non lo riporrete piu' se non smontandoli ma . . . . niente acqua neanche fermi al semaforo !

Il tetto, a differenza del precedente, si piega a pantografo in piu' punti supportato ora da 2 pistoncini ad olio per una chiusura dolce e sicura, ed ha la particolarità di poter essere totalmente smontato (2 bulloni) con facilità nella stagione estiva per ottenere una conformazione del tutto simile ad uno scooter normale mantenendo però una invidiabile capacità di carico nel baule.

Il quale baule, rivestito interamente di moquette, carica . . . l'impossibile (90 litri) e se abbiniamo questa capacità di carico ai 3 vani ricavati nel retroscudo anteriore ma soprattutto al vano destinato al passeggero, (ricordo che oltre alla seduta puo' contare su una completa parete di appoggio e sulla tenuta laterale fornita dai due appoggiagomiti), non abbiate difficoltà a credere che . . . ho fatto un minitrasloco solamente con lo scooter !!!!!!
                                                                   
  
. . . continua . . .

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